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Babel 2010: México – Messico
— 23-26.09.2010. Festival di letteratura e traduzione, BELLINZONA —
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— 23-26.09.2010. Festival di letteratura e traduzione, BELLINZONA —
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Il programma 2010
Biglietti
Un biglietto d’ingresso dà accesso a tutti gli incontri della giornata.
Tessera Amici di Babel: Fr. 150.-, 100 Euro
(vale per i tre giorni, comprende un oggetto disegnato da Karim Forlin, l’iscrizione all’Associazione Babel per un anno, l’ultimo numero della rivista «Viceversa Letteratura» e un libro della Collana Babel delle Edizioni Casagrande (v.Settore ricerca).
Venerdì 24
Biglietto: 10.- Dopo l’incontro: cena d’apertura con gli autori (v. barBabel).
Sabato 25 e domenica 26
Biglietto semplice: Fr. 20.-, 15 Euro (vale per l’intera giornata).
Biglietto studenti/AVS: Fr. 15, 10 Euro (vale per l’intera giornata).
Biglietto concerto Fr. 25.-, 18 Euro.
Per qualsiasi domanda relativa ai biglietti scrivete a comunicazione(at)babelfestival.com
A Babel in treno: grazie al biglietto speciale Ticino Event delle FFS, potete beneficiare di una riduzione del 50% sul biglietto del treno: «Ticino Event» vale 1 giorno, è ottenibile in stazione, telefonando al Rail Service 0900 300 300 (Fr.1.19/min da rete fissa svizzera) e ai distributori automatici a partire dal 23 settembre. v. sito FFS.
Giovedì 23 settembre
20.30 Cinema Forum
Proiezione di The Burning Plain di Guillermo Arriaga,
in presenza dello scrittore e regista.
Venerdì 24 settembre
18.00 Teatro Sociale
Guillermo Arriaga e Stefano Tummolini
Incontro preceduto dall’apertura ufficiale del festival
e seguito dalla cena con gli autori al barBabel.
Sabato 25 settembre
10.30 Palazzo Civico
Fabio Morabito e Stefano Strazzabosco
14.00 Teatro Sociale
Cristina Rivera Garza e Raul Schendardi
16.00 Teatro Sociale
Juan Villoro e Maria Cristina Secci
18.00 Teatro Sociale
Paco Ignacio Taibo II e Bruno Arpaia
21.30 Teatro Sociale
Domenica 26 settembre
10.30 Palazzo Civico
Il Messico di Roberto Bolaño: Ilide Carmignani,
Juan Villoro e Maurizio Braucci
13.30 Teatro Sociale
Presentazione del nuovo numero della rivista «Ground Zero«
14.00 Teatro Sociale
16.00 Teatro Sociale
Mario Bellatin e Vittoria Martinetto
17.30 Teatro Sociale
Maurizio Braucci e Goffredo Fofi
19.00 barBabel
Finale al barBabel
«Nella Valle del Messico l’uomo si sente sospeso tra il cielo e la terra e oscilla tra poteri e forze contrari, occhi pietrificati, bocche che divorano. Vale a dire che la realtà, il mondo che ci circonda, ha esistenza propria e non è stata inventata dall’uomo come negli USA. Il messicano si sente strappato dal seno di questa realtà, allo stesso tempo creatrice e distruttrice, Madre e Tomba. Ha dimenticato il nome, la parola che lo lega a tutte le forze in cui si manifesta la vita. Per questo urla o tace, accoltella o prega, si addormenta per cent’anni».
Octavio Paz, da Il labirinto della solitudine
«Poteva ben comprendere il potere esercitato dal serpente sull’immaginazione degli aztechi e dei maya – qualcosa di liscio, sinuoso, sottosviluppato, ma al contempo vitale suggeriva il lento scorrere del sangue del rettile nelle loro vene».
D.H. Lawrence, da Il serpente piumato
«Very strange and sinister country
“I hate Mexico” Graham Greene
Per evitare prolungate discussioni
mi limito a due righe di Aldous Huxley.
Riassunse quel che pensano coloro che ci vedono in inglese
nella cartolina – l’e-mail di un tempo –
indirizzata a Ottoline Morrell:
Very strange and sinister country
and dark, savage people».
J.E. Pacheco, da Como la lluvia
«Venni a Comala perché mi dissero che qui viveva mio padre, un certo Pedro Paramo. Me lo disse mia madre. E io le promisi che sarei andato a trovarlo quando lei fosse morta. Presi le sue mani nelle mie per sottolineare la mia promessa; be’ lei stava per morire e io ero pronto a prometterle qualsiasi cosa. “Non dimenticarti di andare a trovarlo – si raccomandò –. Si chiama così e così. Sono certa che sarà contento di conoscerti”. Quindi non mi rimase altro da fare se non dirle che l’avrei fatto, e a forza di ridirglielo continuai a dirlo anche dopo che le mie mani con grande fatica si separarono dalle sue mani morte».
Juan Rulfo, da Pedro Paramo
traduzioni di vb per Babel
«E in quel disinteresse assoluto per tutto ciò che turbi le sue abitudini non riesce ancora a capire come la conversazione con un amico di sua nipote sull’ipotetica simmetria o asimmetria della natura, che adesso è sicuro di non aver assolutamente capito, abbia potuto inquietarlo tanto, lasciandolo ansimante, speranzoso, consapevole di un qualche cosa che, sebbene abbia accettato come indecifrabile, intuisce giustificatore all’interno dell’ordine totale della natura di tutto ciò che ha vissuto, di tutto ciò che possa ancora capitargli».
Sergio Pitol, da Asimmetria, traduzione di Ernesto Franco, Sellerio, 1991
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